I suoi animali commentano la politica italiana e americana su La Voce, un intervallo satirico fra articoli e foto, ma chi si nasconde dietro a Il Cortile? Chi è Monica Incisa? “Una cui piace disegnare. Disegno da quando ero piccolissima, disegnavano i miei, anche se di lavoro facevano altro, in casa giravano matita e colori. Più grande ho frequentato la Scuola libera del nudo all’Accademia di Belle Arti, ho studiato con Madame Franchetti, ma era una scuola di pittura e io volevo dedicarmi alle illustrazioni e vignette. E finalmente nel ‘78 ho cominciato a lavorare a Repubblica nella squadra di Forattini. Dirigeva un inserto che si chiamava Satyricon.”
L’inserto, inventato da Scalfari poco dopo la fondazione del quotidiano, aveva tanto successo da far aumentare le vendite anche di 30 – 40 mila copie. Ci lavoravano quelli che sarebbero diventati i migliori talenti della satira degli ultimi quarant’anni: Emilio Giannelli, Staino, Ellekappa, Vauro, Altan. Monica Incisa lavorava in coppia con Ellekappa.

“Eravamo le uniche due donne. Forattini ci mandava il tema della settimana e noi dovevamo realizzare le vignette che poi uscivano. Eravamo un bel gruppo. Poi ho lavorato a Paese Sera, a Quotidiano Donna, che non era un quotidiano, ma un settimanale o addirittura un quindicinale, ed era una delle prime pubblicazioni femministe in Italia, finché ho conosciuto Claire Bretécher, la grande fumettista francese che mi ha aiutato a lavorare in Francia. E lì qualcuno mi ha suggerito di andare a New York: facile a dirsi… Ma ho avuto la fortuna di conoscere Alex Liberman di Condé Nast che mi ha fatto lavorare e soprattutto la fortuna, forse ancora più grande, di trovare una ricca signora che mi ha ospitato gratis per 8 anni….Così negli anni ’80 ho lavorato per The Nation, the New York Review of Books, il New York Times. Ho illustrato libri per bambini.
Ora quei libri non riesce più a farli: “Non ho più quella vena allegra, disincantata, necessaria a disegnare favole, ho un occhio critico sulla realtà. Faccio molti collage: parto da un disegno realistico e da lì costruisco l’immagine usando spesso pezzi di carta adatti al tema, per esempio per la mano che regge la torcia della Statua della Libertà ho usato i miei vecchi visti di ingresso negli Stati Uniti. Molti collage mi vengono commissionati, ritratti, giardini, altri li faccio perché mi colpiscono.
La cosa che continuo a fare da sempre sono le vignette satiriche. Leggo i giornali tutti i giorni, italiani e americani, prima della scadenza cado nella disperazione perché mi sembra di non avere nessuna idea, poi comincio a fare degli schizzi su un foglio e la vignetta si compone da sola.” A La Voce di New York ha iniziato a collaborare circa due anni fa, disegnando vignette in inglese, poi è passata all’italiano “il mio cervello funziona diversamente e se sono in inglese automaticamente le faccio sulla politica americana, se in italiano su quella italiana.”
Monica Incisa non parla della vita privata, ma la sua recente visita a New York per partecipare alla presentazione del libro Just passing through su Milton Gendel, il celebre fotografo americano vissuto a Roma 70 anni, rivela un aspetto importante della sua vita.

“Siamo stati sposati quasi 40 anni, l’ho conosciuto che ero una ragazzina, ero andata a prendere una amica che stava a casa sua, sull’Isola Tiberina, lui era sposato, frequentava intellettuali e artisti e io ero una che andava a ballare al Piper. Vite molto diverse, ma siamo diventati amici. Poi io sono andata in Inghilterra a lavorare e lui generosamente mi ha prestato casa. La storia d’amore è nata dopo, quando lui era ormai vedovo e io più grande. Milton era molto più interessante di tutti i miei coetanei, affascinante, stimolante, aveva un gran senso dell’ironia, mi ha aperto gli occhi sul mondo dell’arte e siamo stati insieme fino alla sua scomparsa 4 anni fa. Avevamo un forte rapporto di interconnessione personale, ma mantenevamo vite professionali del tutto separate.”
Oggi Monica vive a Roma nella sua casa vicina alla Piramide, medita “non sono buddista ma mi piace il loro atteggiamento sulla vita” e lavora.
E alcune delle sue vignette per La Voce di New York sono state incluse in una mostra collettiva. Fabula animale, dal 10 novembre al 9 dicembre 2022, nel Salone Borromini della Biblioteca Vallicelliana a Roma, si propone di fare riflettere sul rapporto che ci lega al regno animale e alla natura in generale, riflessione indispensabile in questo momento critico della vita del nostro pianeta.
Gli animali pensanti di Monica Incisa sicuramente ci invitano a pensare.